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Simone Cocchiara , Fisioterapista  O.M.T. ,  Cert D.N. ,  Cert. N.D.S. , Cert R.P.G. Mezieres, Docente bendaggio biomeccanico Dynamic Taping
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La distorsione tibio-tarsica ovvero della caviglia: gli esercizi propriocettivi

19/2/2017

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DISTORSIONE DELLA CAVIGLIA: 
La distorsione della caviglia è una temporanea perdita dei normali rapporti articolari dovuta ad un evento traumatico come per esempio la ricaduta da un salto, un contrasto di gioco o terreno sconnesso. Quelli a carico dell’ articolazione della caviglia sono tra gli infortuni più frequenti in sport quali calcio, tennis, pallavolo, basket, corsa..ma si verificano molto spesso anche nella vita quotidiana.
Elementi che predispongono alla distorsione, oltre al traumatismo sportivo, possono essere la mancanza di allenamento, calzature non idonee, appoggio del piede non corretto o instabilità dovuta a precedenti distorsioni.
ANATOMIA
Nella caviglia si articolano tre ossa: l’astragalo, una delle ossa del piede, la tibia e il perone. Queste ultime due formano un mortaio dentro cui è accolta la parte superiore dell’astragalo.
Inferiormente l’astragalo si collega alle altre ossa del piede: questa complessa struttura ossea è tenuta insieme da un’ampia serie di legamenti, tra cui possiamo citare il legamento astragaloperoneale anteriore (LAPA), il legamento calcaneoperoneale (LCP) e il legamento astragaloperoneale posteriore (LAPP) che sono coinvolti nelle distorsioni più frequenti, cioè quelle in supinazione. La muscolatura intrinseca del piede e quella estrinseca, quella che proviene dalla gamba, permettono il movimento in tutte le direzioni.


l training propriocettivo considerato un elemento fondamentale del programma riabilitativo dopo distorsione di caviglia. La propriocezione  un complesso processo neuromuscolare che coinvolge segnali afferenti ed efferenti per garantire stabilità  e una corretta direzione del movimento; i deficit propriocettivi sono associati da molti autori con i traumi distorsivi di caviglia e successive ricadute. Il rischio di recidive è molto alto (circa 80%) e può determinare una instabilità  cronica di caviglia (chronic ankle instability, CAI) e lassità  legamentose irreversibili.
Anche se la letteratura non ci da dati in merito ad una ripresa precoce o anticipata con l'esercizio, ci dice chiaramente che la ripresa è migliore. 


Ti invito a guardare il seguente video per prendere spunto su qualche esercizio.

Ricorda che il tuo fisioterapista deve cercare di quantificare e classificare la tua distorsione per stabilire quale sia il più corretto ed appropriato protocollo riabilitativo per la tua distorsione.
 

Vi sono diversi modi di classificare le distorsioni alla caviglia; una prima classificazione le suddivide in recenti (si riferiscono alla prima comparsa della patologia), recenti su precedenti (sono quelle lesioni che compaiono entro un anno dalla prima distorsione) e inveterate (causate da distorsioni frequenti o insufficienza delle terapie, con conseguenze a carico della stabilità articolare).
Clinicamente parlando, le distorsioni della caviglia vengono suddivise in base al loro grado di gravità; alcuni autori distinguono quattro gradi:
  • 0 (non vi è rottura dei legamenti)
  • 1 (la rottura riguarda solo il legamento peroneo astragalico anteriore)
  • 2 (rottura di grado 1 e del peroneo calcaneare)
  • 3 (rotture di grado 1 e 2, dell’astragalo calcaneare e del peroneo astragalico posteriore, associate a una lesione capsulare).
Altri invece suddividono i traumi distorsivi in base a soli tre gradi di gravità:
  • primo grado
  • secondo grado
  • terzo grado.
Le distorsioni di primo grado, le più lievi, sono caratterizzate da uno stiramento dell’apparato capsulo-legamentoso; non sono riscontrabili rotture. L’infortunio non è tale da causare instabilità; sono riscontrabili generalmente una leggera tumefazione e un lieve versamento emorragico sottocutaneo. La dolenzia è moderata e localizzata.
Nelle distorsioni di secondo grado si verifica una rottura parziale del legamento peroneo-astragalico anteriore; sono presenti tumefazione con ecchimosi ed ematoma a livello perimalleolare causato dalla rottura del vaso che decorre con il legamento peroneo-astragalico anteriore. La dolenzia è di media intensità; l’instabilità è di grado modesto.
Le distorsioni di terzo grado sono quelle più gravi e determinano instabilità severa; la rottura dei legamenti è completa e sono necessari trattamenti importanti quali l’apparecchio gessato o, addirittura, l’intervento chirurgico. I legamenti coinvolti sono il peroneo-astragalico anteriore, quello posteriore e il peroneo-calcaneare. È generalmente presente un’importante fuoriuscita ematica.
Le manifestazioni di una distorsione alla caviglia possono variare a seconda del grado di gravità dell’infortunio; in linea generale possiamo comunque riportare i seguenti: dolore nella zona laterale della caviglia, gonfiore, tumefazione della parte, instabilità nella deambulazione, diminuzione della funzionalità del piede, zoppia e, nei casi di maggiore gravità, impossibilità a caricare il peso del corpo sull’arto coinvolto.
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La clinica del mal di testa un mondo a parte per curare il tuo problema!

11/2/2017

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La Clinica del Mal di Testa è una realtà multidisciplinare nata dalla volontà del Dr Riccardo Rosa di sottoporre alla giusta attenzione del pubblico e dei professionisti del settore 3 evidenze fondamentali
: 1 – il rachide cervicale e la mandibola, con i loro muscoli, nervi, articolazioni sono causa di cefalea: la cefalea cervicogenica e la cefalea da disordine temporo-mandibolare. Queste sono forme di cefalea secondaria, spesso ancora sottovalutate o ignorate, sebbene riconosciute a livello medico internazionale e sebbene esistano test specifici validi per individuarle (test mal di testa);
2-  dolori e disfunzioni dei tessuti fasciali e muscolari nonchè della mobilità articolare cranio-cervico-mandibolare molto spesso co-esistono, cioè sono associate, con le forme di cefalea primaria più comuni e disabilitanti: la cefalea tensiva e l’emicrania (leggi qui) . In questi casi, che variano in base ai momenti e caratteristiche soggettive, agiscono come fattori trigger, cioè scatenanti, o come fattori di rischio che facilitano di sottofondo l’irritazione del sistema nervoso, favorendo l’aumento della frequenza, durata e intensità degli attacchi (quindi cronicizzazione e maggiore disabilità);
3-  le persone/pazienti hanno il diritto di conoscere tutto ciò e come professionisti sanitari abbiamo il dovere etico-sociale e la necessità clinica di informare-educare in modo “aggiornato” e preciso il maggior numero possibile di persone così sofferenti per migliorarne realmente le condizioni e superare definitivamente i principali ostacoli:  mancanza o ritardo di una diagnosi precisa; il “fai-da-te” e l’uso improprio ed eccessivo di farmaci (con intossicazioni e peggioramento delle condizioni); la scarsa qualità di aggiornamento professionale nonché di ascolto e comunicazione corretta; l’indifferenza verso il ruolo contribuente dei problemi cervicali o mandibolari; l’assenza di atteggiamenti attivi compartecipativi sia da parte del sanitario che del paziente; la “miopia e sordità” delle istituzioni verso tutto questo; dulcis in fundo, le “soluzioni magiche” , miti curativi e pregiudizi generali alimentati dai professionisti stessi, dal web e social media.

Sito clinica del mal di testa
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INCONTINENZA MASCHILE, 4 ESERCIZI PER RINFORZARE IL PAVIMENTO PELVICO!

14/12/2016

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INCONTINENZA MASCHILE, 4 ESERCIZI PER RINFORZARE IL PAVIMENTO PELVICO!
NON TE LI PERDERE!
L’incontinenza maschile può essere contrastata attraverso gli esercizi per rinforzare il pavimento pelvico. Si tratta di esercizi che sono volti a stimolare principalmente il muscolo pubococcigeo. Quest’ultimo è quello che forma il pavimento della cavità pelvica e si estende dall’osso pubico all’osso sacro. Per trovarlo bisogna mettere due dita subito dietro i testicoli. Si può fare finta di urinare e poi si esegue una contrazione muscolare usando proprio quel muscolo per far ritornare la vescica nella sua condizione iniziale. Ti spieghiamo come puoi eseguire degli esercizi in maniera adeguata.

Chiama per avere maggiori info e prenotare il tuo consulto! 
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1. TENSIONE DEL MUSCOLO PUBOCOCCIGEO
tensione muscolo pubococcigeo incontinenza maschile
Gli esercizi di Kegel per l’uomo sono molto utili contro l’incontinenza. Tendi il muscolo pubococcigeo per 20 volte. Ogni volta mantienilo per qualche secondo e poi rilassalo. Puoi ripetere questo esercizio 3 volte al giorno, respirando come fai di solito ed evitando di trattenere il respiro. Puoi aggiungere delle contrazioni molto lente che durano circa 5 secondi. Stringi il muscolo più che puoi e poi rilassalo gradualmente.
2. CONTRAZIONE DEL MUSCOLO PUBOCOCCIGEO
contrazione muscolo pubococcigeo incontinenza maschile
Contrai il muscolo più a lungo e usando una maggiore pressione. A poco a poco aumenta la durata delle contrazioni, rafforzando il lavoro muscolare. Per esempio puoi arrivare a contrarre per 5 secondi o a 50 ripetizioni, sempre 3 volte al giorno. Il muscolo ne beneficerà, perché via via risponderà sempre più agli stimoli e tenderà a diventare più in grado di resistere.
3. ESERCIZI OSCILLANTI
esercizi oscillanti incontinenza maschile
Prova a contrarre il muscolo pubococcigeo in maniera molto lenta. Fai in modo di impiegare diversi minuti per raggiungere la massima tensione. Quando arrivi al culmine, contrai ancora di più e mantieni la tensione per 30 secondi. Poi rilascia il muscolo, non appena provi una sensazione di bruciore. Puoi fare 20 ripetizioni di questo esercizio. Quest’ultimo si può eseguire anche ad intermittenza, contraendo il muscolo un po’ alla volta e aumentando la forza progressivamente, anche se in maniera molto delicata.
4. ESERCIZI LAMPO
esercizi lampo incontinenza maschile
Questi esercizi si caratterizzano per il fatto di prevedere diverse intensità di contrazione e ripetizioni che si diversificano. Si eseguono in questo modo: fai 50 contrazioni per riscaldarti, contrai il muscolo pubococcigeo più che puoi, mantenendolo per 30 secondi. Poi fai 100 contrazioni senza fermarti, ad intermittenza. Contrai di nuovo il muscolo più che puoi, mantieni la contrazione e poi riposati per 2 minuti. Alla fine esegui altre 50 contrazioni da 5 secondi ciascuna.
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La posizione della ricerca in merito alla attività riabilitativa nelle cure croniche! Rapporto del Gimbe Leggetelo per sfatare molti miti e preconcetti!

14/12/2016

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Manutera 242

9/12/2016

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TI SPIEGO L'IMPORTANZA DI QUESTO LETTINO PER LA TUA SCHIENA!

Il Manutera 242 é l'avanguardia dei lettini per la fisioterapia poiché ci permette di fare manovre e movimenti fino ad ora impensabili con il tuo Fisioterapista.

La sua Plurisegmentarietà ci permette di essere molto specifici per il tuo problema alla colonna potendo far muovere in maniera selettiva i diversi segmenti della colonna vertebrale Cervicale, Dorsale, Lombare selettivamente o all'unisono. Inoltre le sue caratteristiche di sollevamento e riposizionamento ci permettono di rendere la terapia più confortevole possibile in modo tale da permetterti di salire e scendere dal lettino anche In piedi SENZA DOVERTI PIEGARE per raggiungere le posizioni Prono e Supino sul lettino.

I suoi Particolari sistemi di mobilizzazione ci permettono inoltre di far muovere alla tua colonna vertebrale con un dito nelle 3 Dimensioni dello spazio usando solo un dito! Tutto questo Viene fatto per permetterci di essere MOLTO SPECIFICI SUL TUO PROBLEMA, ed allo stesso tempo essere LEGGERI E CONFORTEVOLI SENZA DOLORE!

Manutera è dotato di un sistema di TRAZIONE cervicale e lombare che ci permette di mettere in SCARICO IL TUO DISCO INTERVERTEBRALE!

Le modalità terapeutiche che si combinano al Manutera sono Infinite e i tuoi Fastidi HANNO I GIORNI CONTATI!

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    IL DOLORE TI AFFLIGGE: AFFIDATI A MANI ESPERTE E QUALIFICATE. 
    Il Dr. SIMONE COCCHIARA è un professionista sanitario laureato in FISIOTERAPIA. Specialista nella valutazione e trattamento di problematiche neuro-muscolo-scheletriche e in ambito sportivo, dopo il conseguimento di Master Universitari e anni di esperienza e formazione all'estero.
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    Goodrum Somatic Master Technique
    Graduate Diploma in Goodrum Sports Extremity Manipulation
    Upper & Lower quadrant Modified from Osteopathy and Chiropractic

    In questi seminari abbiamo lavorato sull'approfondimento delle manipolazioni e aggiustamenti delle articolazioni periferiche dalla clinica alla pratica con risultati sorprendenti.Questi programmi di studi sono mirati ad approfondire ed affinare le tecniche di terapia manuale specifiche su indirizzo strutturale Chiropratico/osteopatico, molto importante è la didattica che sia di spessore e impatto scientifico come un professionista di Robert Goodrum. 

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