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Simone Cocchiara , Fisioterapista  O.M.T. ,  Cert D.N. ,  Cert. N.D.S. , Cert R.P.G. Mezieres, Docente bendaggio biomeccanico Dynamic Taping
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Mckenzie per la tua colonna vertebrale

5/2/2015

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La metodologia di diagnosi e terapia meccanica secondo McKenzie







Come il metodo McKenzie può aiutare chi soffre di mal di schiena:

PERCHÉ
Valuta individualmente il paziente, al fine di scoprire quale è il meccanismo di produzione del dolore e di escludere controindicazioni alla terapia meccanica. McKenzie ha evidenziato tre meccanismi di produzione della sintomatologia: sollecitazione eccessiva di tessuti sani: il paziente soffre di una sindrome da postura stiramento di tessuti accorciati o contratti: il paziente soffre della sindrome da disfunzione disturbo della posizione di riposo delle articolazioni: il paziente soffre della sindrome da derangement
Il trattamento è diverso per ogni paziente e relativo alla diagnosi meccanica raggiunta. Il trattamento è soprattutto un auto trattamento, comprendente correzioni posturali ed esercizi specifici per quel paziente. Scopo della terapia è in primo luogo risolvere l’episodio in corso ma, soprattutto impedire le recidive. la prevenzione quindi non è un’appendice della terapia, ma il vero fine da raggiungere.

QUINDI
analisi individuale trattamento (auto trattamento), in relazione alla sindrome del paziente prevenzione di episodi futuri come scopo più elevato della terapia.

Ci sono anche metodi fai da te?
Non lo so, il metodo McKenzie enfatizza l’auto trattamento dopo la diagnosi meccanica. 

Ci sono pratiche per prevenire il mal di schiena?
Per McKenzie tre sono i fattori predisponenti al mal di schiena: posizione seduta scorretta prevalenza della flessione. la limitata capacità di piegarsi all’indietro, estendendo la colonna. Occorre tener conto di questi tre fattori, per prevenire la possibilità di altri episodi. La posizione seduta: (ciascuno mentre avanza nella lettura pensi a quante ore ci sta ogni giorno) è una posizione che, se mantenuta a lungo, pone la colonna vertebrale in posizione arrotondata, annullando la lordosi fisiologica Questo determina delle distorsioni nelle strutture della colonna vertebrale. 
Come agire per prevenire? la cosa migliore è quella di stare seduti diritti, mantenendo la lordosi fisiologica, mantenendo cioè, anche in posizione seduta, quella curvatura nella parte bassa della schiena che si ha in posizione eretta. Se seduti su una sedia fornita di schienale, la cosa migliore è quella di utilizzare un rotolo lombare McKenzie. E' un cuscino cilindrico da collocare all'altezza della vita che dà una spinta meccanica per mantenere nella schiena la lordosi fisiologica. Diverso è il discorso per quelle volte in cui si è seduti senza schienale: per mantenersi seduti corrett,i occorre allenare la consapevolezza posturale. Bisogna essere in grado di percepire quando la schiena smette di essere nella posizione corretta. Esiste un semplice esercizio per raggiungere questa consapevolezza. 

ATTENZIONE: Prenditi cura della tua schiena nella posizione seduta, stai seduto dritto utilizzando il rotolo lombare Comunque alzati ogni 30 minuti e sgranchisciti!

Prevalenza della flessione, limitata capacità di piegarsi all’indietro, estendendo la colonna
È impossibile non flettersi durante la nostra vita. Stare a lungo in una posizione flessa può però creare delle distorsioni dolorose. La prevalenza della flessione determina una ridotta capacità di piegarsi all’indietro, estendendo la colonna. La schiena si fa più rigida... è il primo passo verso il dolore. 

Che cosa si può fare? Piegarsi all'indietro. Lo si può fare in modo progressivo seguendo i seguenti passi:
mettersi sdraiati in posizione prona 
da proni sistemati in appoggio sui gomiti 
utilizzando le braccia effettuare, ripetuti piegamenti all'indietro. Iniziando lentamente ed in progressione cercare di raggiungere la massima escursione possibile di movimento 
se, durante la giornata, non si ha la possibilità di mettersi sdraiati, ci si può piegare all'indietro in stazione eretta. 
Effettuare questi movimenti serve a mantenere la schiena elastica ed a bilanciare le distorsioni che avvengono nella schiena, in relazione ai continui movimenti di flessione in avanti che si effettuano durante una normale giornata: da quando ci si china sul lavandino al mattino per lavarsi la faccia a quando, la sera, ci si china per togliersi scarpe e calze e mettersi a letto. 
ATTENZIONE: Prenditi cura della tua schiena con movimenti specifici: mattina e sera mettiti in posizione prona ed effettua 10 ripetizioni dell’esercizio di estensione da sdraiato. Se durante la giornata sei costretto a posizioni in flessione prolungata: interrompile! piegati più volte all’indietro nella posizione eretta. Ricorda che la riduzione veloce della capacità di piegarti all’indietro è l’anticamera di un nuovo episodio di dolore. Se prenderti cura della tua schiena nel modo qui prospettato non ti aiuta a stare lontano da nuovi episodi di dolore, hai bisogno di un fisioterapista o di un medico competente di problemi meccanici della colonna. Con lui metterai a punto il programma di esercizi e di correzioni posturali a te più adatto per prevenire ulteriori episodi.


Valuta di che mal di collo soffri
Valuta di che mal di schiena soffri
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    La tua colonna 
    non è mai stata così al sicuro

    VALUTA DI CHE MAL DI SCHIENA SOFFRIHAI MAL DI SCHIENA? LO HAI AVUTO NEL PASSATO?
    SCOPRI DI CHE TIPO DI MAL DI SCHIENA SOFFRI.


    "Il mal di schiena è il disastro della medicina del 20° secolo, abbiamo mandato esseri umani sulla luna, esplorato il genoma umano, ma non siamo riusciti a ridurre né il numero di persone che soffrono di questa sintomatologia, né la spesa sanitaria necessaria ad aiutarli." 
    E’ la frase che apre il libro del dr. Gordon Waddell: The back pain revolution; è un'affermazione forte e che soprattutto fa riflettere. Fa riflettere perchè, nonostante tecnologie sempre più sofisticate, non si riesce a comprendere appieno da dove scaturisca la sintomatologia: sarà il disco? Saranno le faccette? Saranno le articolazioni sacro-iliache? Saranno le articolazioni sacro-iliache accessorie (ho da poco appreso della loro esistenza)? Sarà il muscolo piriforme?  
    La domanda che si sta ponendo una parte degli studiosi è la seguente: è veramente necessario indagare con esami sempre più sofisticati, che hanno falsi positivi dell'ordine del 30%, che sono costosi?  
    E’ meglio verificare preliminarmente i seguenti punti:  
    vi sono controindicazioni?  
    il paziente può essere classificato all'interno di categorie più ampie, denominate: "sindromi"? 
    Si possono lasciare esami più sofisticati per quei pazienti che non migliorano?  
    Uno degli esponenti di questa corrente di pensiero (e non da poco tempo), è Robin McKenzie: fisioterapista neo zelandese. Sin dal 1980 ha proposto una classificazione pensata sul meccanismo di produzione della sintomatologia, al fine di predisporre il trattamento da proporre a quel paziente. Esiste in Italia un istituto che ha formato nella metodologia di diagnosi e terapia meccanica secondo McKenzie, circa 2000 fisioterapisti e medici.  
    Io ho cercato di rendere vivibile questa classificazione, con un questionario, per ciascuno dei lettori. 
    Classificare è il primo momento per poi mettere a punto un programma di trattamento individualizzato.

    QUESTIONARIO PER SAPERNE DI PIU’ SULLA TUA SCHIENA


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